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dal 2 febbraio 2017 nuovo libro e nuovo tour Guido Catalano, il ritorno del poeta che voleva, ed è riuscito, a diventare una rock star Vate dall’anima rock, infaticabile pellegrino dei club musicali di tutta Italia, il poeta torinese è pronto a ripartire con il suo trolley per portare in tutta Italia i versi della sua nuova raccolta di poesie Ogni volta che mi baci muore un nazista Dopo essersi brevemente rigenerato tra i luoghi amici della capitale sabauda, Guido Catalano, il poeta, scrittore e performer torinese più chiacchierato nel nostro Paese, si rimette in marcia per svelare i versi del suo nuovissimo libro di poesie, intitolato Ogni volta che mi baci muore un nazista (in uscita il 2 febbraio 2017 per Rizzoli) e farli riecheggiare in tutto lo Stivale con una nuova, lunga, serie di esibizioni live. Il volume esce a quattro anni di distanza dall’ultima raccolta di poesie firmata da Guido Catalano (Piuttosto che morire m’ammazzo - Miraggi Edizioni, 2013) e segna il ritorno del poeta, dopo un appassionante viaggio nel mondo della prosa, culminato con la pubblicazione del primo e fortunatissimo romanzo D'amore si muore ma io no (Rizzoli – 2016). Nelle oltre 300 pagine di Ogni volta che mi baci muore un nazista, Catalano ha raccolto 150 poesie inedite per un nuovo coinvolgente viaggio fatto di dialoghi tra innamorati, indomabili versi, travolgenti emozioni e un pizzico di erotismo. Il tutto restando fedele al suo stile unico, un modo inconfondibile di raccontare l’amore fortemente legato al carattere decisamente sui generis dell’autore torinese: uno che, in fondo, il sogno giovanile di fare la rockstar non lo ha mai del tutto abbandonato anche quando si è innamorato perdutamente della poesia, uno che, perciò, i sentimenti li ha sempre raccontati a modo suo, stravolgendo le regole dei classici reading per trasformarli in veri concerti di parole, sui palchi dei più prestigiosi live club italiani. Così dopo le 10.000 persone che lo hanno abbracciato nel corso del suo ultimo Grand Tour, dopo più di 100 date in tutto lo Stivale (Molise compreso), oltre 2500 poesie lette, 200 ore da poeta live, 34.000 km percorsi, via terra, acqua e aria (quest'ultima se proprio necessario), 30 ore di applausi (tempo effettivo), 50 ore di risate (tempo effettivo), 200 litri di acqua bevuti, 500 brindisi (ma giusto per bagnarsi le labbra), 3 poltrone (utilizzate per rendere più calorosa la scenografia), 2 minuti di silenzio (in ricordo delle due poltrone cadute nel corso del tour), 5000 persone del pubblico che si sono baciate e 30.000 nazisti morti (alcuni ci hanno dato dentro parecchio), Guido Catalano è pronto a ripartire per una nuova e poeticissima avventura attraverso il Belpaese. Il 4 febbraio 2017 prenderà il via ufficialmente anche il nuovissimo Ogni volta che mi baci muore un nazista live tour (prevendite disponibili dal 28 novembre sui principali circuiti) nel corso del quale l’autore torinese farà tappa sui palchi che nessun poeta ha mai osato calcare: grandi teatri come il Colosseo di Torino o templi del rock italiano come l'Alcatraz di Milano, dai quali Catalano darà sfogo al suo dolcissimo, caustico, classico, rivoluzionario, amaro, divertente, lucido e surreale modo di raccontare le umane passioni. Ad attendere il pubblico, uno spettacolo nuovo, fatto di poesie recentissime mischiate con grandi classici, e quella cifra unica, ribelle e rock’n’roll, che ha trasformato Guido Catalano in una vera rarità del panorama italiano: un poeta, anzi un poeta professionista vivente che riesce a vivere di poesia. Breve compendio delle gesta del poeta Guido Catalano (aggiornato all’Anno Domini 2016) Guido Catalano nasce a Torino alle 8.50 del mattino del 6 febbraio del 1971. A 17 anni decide che vuole diventare una rockstar, più tardi ripiega sulla figura di poeta professionista vivente, che ci sono più posti liberi. Produce sei libri di poesie. Le raccolte Ti Amo Ma Posso Spiegarti e Piuttosto Che Morire M’Ammazzo, edite da Miraggi Edizioni, vendono oltre 30.000 copie. Gli addetti ai lavori affermano: “Non ci crediamo!”. Nell’anno del Grande Gombloddo la lobby dei poeti lo accusa di essere un cabarettista, la loggia dei cabarettisti di essere un poeta, al termine della dura battaglia pronuncia la storica frase: “Anche Montale andava un sacco a capo”. Feroce polemica unilaterale con Cocciante sulla reale opportunità di regalare a Margherita una stella, esponendo così la povera ragazza a radiazioni nucleari letali (Cocciantone non raccoglie, forse mai verrà informato). Dopo una serie infinita di letture pubbliche in tutta Italia, la grande presa di coscienza: “Per essere un poeta son troppo di buon umore”. Nonostante i suoi sorrisi fuori luogo, rimane vittima di un passaparola caino e i suoi versi iniziano a diffondersi sui social, nei bar delle periferie, nei circoli Arci, nelle librerie, sui palchi dei centri sociali, nei festival letterari e anche in quelli musicali. Conquista anche i palchi dei teatri e dei live club più importanti d’Italia e nel frattempo continua a far limonare un sacco, ma proprio un sacco, di persone. Nel febbraio 2016 pubblica per il prestigioso editore Rizzoli, il primo romanzo dell'ultimo dei poeti, D'Amore Si Muore, Ma Io No. Per l’occasione dichiara alla stampa: “Chiedermi di scrivere un romanzo è come chiedere a uno che ha sempre corso i 100 metri di tentare la maratona. Ma io amo le sfide e spero che, crampi a parte, questo libro possa regalarmi anche qualche soddisfazione”. Parte per il suo Grand Tour, dopo più di cento date e 34.000 km percorsi, scopre il Voltaren® e si ritira a vita solitaria nella sua dimora torinese. Mentre recupera dalle fatiche e dall’acido lattico, dà forma alla sua nuova raccolta Ogni volta che mi baci muore un nazista. A novembre 2016 arriva sugli schermi del 34° Torino Film Festival con la pellicola Sono Guido E Non Guido, un mockumentary, firmato da Alessandro Maria Buonomo per Elianto Film e Fargo Film, che lo vede protagonista assieme al suo alter ego Armando Catalano.