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C'è un modo in cui una voce può tagliare la realtà, fendendola nel nervo scoperto dell'esperienza.
Nika Roza Danilova, la cantante, cantautrice e produttrice che dal 2009 pubblica musica con il nome di Zola Jesus, con il suo timbro ed il suo canto, lo fa . Quando lo senti, è come se fossi stato convocato in un luogo che è già  avvolto dentro di te ma oscurato dall'esperienza cosciente. Questo luogo è stato sepolto perchè tende a trattenere il dolore e l'ultimo lungometraggio di Zola Jesus, Arkhon, trova nuo vi modi per sciogliere questo dolore sommerso e bloccato.
Arkhon si rivela come un album la cui forza deriva dall'abbandono. Sia i suoi tumulti che i suoi piaceri mettono radici nel corpo, lasciando che la coscienza individuale si dissolva nel fitto del ri tmo. Nonostante l'oscurità  avvolta nella realtà, c'è potere anche nell'arrendersi a ciò che non può essere bloccato, al dispiegarsi selvaggio del mondo in tutto il suo movimento imprevedibile. Quel lasciar andare è il punto cruciale di Arkhon, che segna un nuovo modo di muoversi e fare per Zola Jesus.
Sulla scia di Arkhon, Zola Jesus ha pubblicato Alive in Cappadocia, con quattro esibizioni affascinanti che celebrano il dominio e il dinamismo della sua voce potente. Girato in una cappella di 2000 anni scelta per la sua ricchezza storica, la sua topografia e la sua acustica, questo spazio sbalorditivo isp ira soggezione quanto queste stesse esibizioni di pianoforte solo - Nika Rosa Danilova da sola, al pianoforte senza ulteriori abbellimenti, la sua imponente voce aumentata solo dagli echi naturali e dai suoni dello spazio stesso.