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MASSIMO MINELLA
L’ULTIMO VIAGGIO DI LORD BYRON

di Massimo Minella e Danila Suzzi
Con Massimo Minella
e con Franco Piccolo alla fisarmonica
 
L’ultimo viaggio di Lord Byron è un mosaico che si compone di tante tessere. E’ un lungo viaggio per mare e per terra che in realtà dura otto anni e si compone di tanti viaggi che Byron compie dal 1816, quando lascia definitivamente l’Inghilterra, al 1824, quando trova la morte in Grecia. In mezzo c’è tutta la passione esplosiva, c’è il genio, c’è il suo scandaloso modo di vivere e di pensare che sconvolge i benpensanti e affascina gli spiriti liberi. Un nobile romantico che in fondo va soprattutto alla ricerca di se stesso, lasciandosi alle spalle la fama e la popolarità che derivano dalla sua produzione letteraria, e si mette alla ricerca di una nuova rotta. Per farlo, attraversa il continente europeo, sosta in Svizzera, a Ginevra, con la sua eterogenea compagnia di viaggio fatta di poeti e poetesse, amici e amanti, e poi sceglie il fascino dell’Italia per mettere a punto le sue nuove sfide. Un’Italia ancora spezzata dalle tante monarchie che la governano, in cui Byron trova quegli aneliti di libertà che segneranno definitivamente la sua vita e la sua morte. Da Milano a Venezia, da Ravenna a Genova, Byron coltiva progetti e amori, e mette a punto la sua impresa più grande, battersi per la libertà del popolo greco oppresso dagli Ottomani. Lascia Genova a bordo di un veliero nel 1823, arriva prima a Cefalonia e poi a Missolungi, mettendosi presto a capo di una brigata internazionale di volontari europei pronti a battersi per la causa greca. Il poeta farà così definitivamente spazio all’uomo politico, al capo militare, al finanziatore, al punto di riferimento indiscusso fra le varie fazioni in battaglia e all’eroe romantico che probabilmente sogna la morte in battaglia e invece pone fine ai suoi giorni devastato dalla malattia nel 1824, duecento anni fa. Oggi, nel giardino degli eroi di Missolungi, una statua ne ricorda l’impresa. Ma Lord Byron non ha certo bisogno di statue per ricordarne la grandezza, il pensiero, l’azione. Vive nei suoi testi e nelle sue gesta, nel suo amore incondizionato per ogni tipo di libertà.